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theselbmann

Jean de Santeul aveva ragione. E anche Eddie Murphy. E anche Charles Darwin.

Tag Archives: anni 80

Se foste programmati per campare quattro anni e doveste passare la vita da schiavi su un altro pianeta, probabilmente sareste un po’ incazzati anche voi. E vorrei vedere. Certo, una macchina non se ne accorge nemmeno. Ma un androide di nuova generazione, più simile ad un essere umano rispetto alle precedenti generazioni di androidi, se ne accorge eccome. Cosa fareste voi se riusciste a liberarvi della schiavitù e raggiungere il pianeta Terra?

C’è una cosa sorprendente di questa storia. Uno si aspetta che un drappello di androidi schiavi che riesce a raggiungere la Terra si vendichi di tutto, si voglia prendere il potere, si voglia imporre su chi si è imposto su di loro prima. Ti aspetti che conducano una battaglia serrata. Poi vedi che sono diventati attaccati a quella breve vita, e scappano indifesi davanti a chi è incaricato di eliminarli, nonostante la loro forza superiore. Vedi che hanno paura di essere stati programmati stupidi. Vedi che il biondo androide più avanzato sperimenta per la prima volta qualcosa che somiglia al dolore quando iniziano a fare fuori i suoi compagni di fuga.

E alla fine il biondo androide, il più geniale, il più umano e forte, riesce a raggiungere il suo Creatore. Un dio, un padre. Voi che fareste davanti a Dio? Lui non ha dubbi, gli chiede di vivere di più, più vita, più ore, più giorni. E se scoprissi che non è possibile? Non ti incazzeresti un po’ anche tu? Infatti il biondo di incazza.

Ma a che serve incazzarsi? Nessuno ha più vita di quella che gli è stata concessa. Neanche un umano. E che la vita duri cento anni o quattro, ti dispiace lo stesso quando la devi lasciare. Anche Oriana Fallaci, che sapeva bene di non avere speranza, diceva che a lei non faceva paura la morte, ma le dispiaceva un sacco doversene andare, perché la vita le piaceva da matti e morire non era un cazzo giusto.

Cento anni o quattro, dicevamo, non fa proprio differenza. Il biondo avrebbe anche la possibilità di uccidere il suo cacciatore, ma perché? In fondo se ne sta appeso ad un palazzo cercando di non cadere, attaccato alla vita proprio come lui, che sente che quei quattro anni stanno scadendo e non c’è niente che possa fare per impedirlo. Non vuole uccidere il suo cacciatore. Vuole solo arrivare alla fine dei quattro anni, fino all’ultimo secondo. Nessuno può portargli via gli ultimi secondi della sua vita, è sacra anche se artificiale. Ci ha provato ad allungarla ma non c’è verso, e a testa bassa non resta che accettarlo, con una solennità sconosciuta ai suoi compagni, perché lui è un androide quasi umano e quello che significa vivere l’ha capito molto bene:

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…abbiamo la nostra fede.

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C’è qualcosa che accomuna Cesare Cremonini con i più tradizionali cantautori italiani, tipo che ne so, Nino D’Angelo, Gianni Morandi, e persino Gigi D’Alessio. Ed è il fatto di essere cascato nella trappolona scacciafiga di fare una cosa assolutamente fuori moda per gli anni in cui viviamo, ovvero un film di merda per pubblicizzarsi. Ora, parliamoci chiaro, non è che ne avesse poi bisogno. Però, se se la fosse risparmiata, avrebbe privato il regno del trash di un’ennesima perla italiana. Eccone alcuni spezzoni:

Quando facevo il liceo schifavo i Lunapop, ma soprattutto schifavo lui, perché mi sapeva tropo agitato, troppo consapevole di essere diventato famoso giovanissimo e conseguentemente troppo, troppo poser, in continuazione, e 50 Special mi rompeva le palle da morire. Oddio, mi rompe ancora le palle, a dire il vero.

Quindi questa è una storia strana. Perché parla di come uno che non sopportavo manco in foto adesso è uno dei miei cantanti preferiti. E un po’ parla anche di come le cose cambiano e del perché, parla di come si cresce, di come i punti di vista subiscono oscillazioni imprevedibili.

Nonostante avessi apprezzato un pochino Gongi Boy e Latin Lover, il vero punto di svolta, per me, è stato nel 2008. Anno di merda. Ma proprio di merda. Una merda che più merda non si può. O forse si può ma non lo voglio sapere. Anno in cui mi sono resa conto che nel frattempo, mentre il tempo era passato per me, era passato pure per Cesare Cremonini. D’altronde siamo quasi coetanei. E a me sembrava incredibile sta cosa che, per la prima volta, io mi ritrovavo in modo praticamente perfetto in una canzone sua:

Porca miseria, era la mia storia. E chi l’avrebbe immaginato. Aggiungici poi il fatto che amava l’Inghilterra e i Queen…basta, mi era simpatico.

Poi qualche mese fa, un’altra svolta, quella decisiva. Eravamo tutti svegli a casa di Pino ed era tardissimo. In tv passarono uno speciale su Cesare Cremonini, una specie di biografia. E raccontavano di un sacco di cose interessanti, delle crisi, insomma dei momenti che ha passato uno che ha fatto un percorso di crescita comune ai trentenni di oggi. E’ della mia generazione. E oggi non è mica facile emergere. E lui però ce l’ha fatta e adesso si sta atteggiando a cantautore, ce sta a provà.

Io non lo conosco, non c’ho mai magnato un piatto de pasta insieme. Ma mi sono fatta un’idea. A me sembra uno che da un lato sì, magari aveva sta passione per la musica ecc. Dall’altro però…secondo me aveva soprattutto una grande, immensa voglia di sfondare, di essere qualcuno, di essere una star. Lo capisci quando vedi le esibizioni dal vivo. Vedi che je piace proprio sta ssu quel palco, che la ggente lo vole, lo cerca, lo applaude. Mi sa uno che non si risparmia dal vivo.

Io dico che ancora non s’è messo a posto. Sta ancora lì, che gli manca qualcosa, e ci vorrà ancora un po’ di tempo. E anche in questo, direi che siamo accomunati.

Voleva essere famoso? Beh, fino ad ora, spesso facendo il paraculo, ce l’ha decisamente fatta. E allora sai che ti dico, io tifo per lui cazzo! E stasera me lo vo a vede al Foro Italico.

Co mmi mamma!

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