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theselbmann

Jean de Santeul aveva ragione. E anche Eddie Murphy. E anche Charles Darwin.

I fratelli Selbmann non amano gli animali. A parte forse i cani. Ma in generale non amano gli animali. Odiano in modo particolare i gatti.

Fu così chi ci avesse visto, si sarebbe senza subbio chiesto cosa ci facevamo io, Pino, Pussy e la Prof in comitiva alla clinica veterinaria più vicina con un cucciolo di gatto. Per saperlo bisogna tornare indietro di qualche giorno.

Ed è quello che sto per fare.

Mi chiama mio fratello Pino, ah sai la novità? Ho un gatto! Per circa due giorni diversi passanti romani avvisano mio fratello di uno strano miagolio proveniente dalla macchina. Così Pino (dopo sole 48 ore) si insospettisce. Apre il cofano e rinviene sulla batteria un piccolo gatto. Il suo odio per i quadrupedi felini svanisce dinnanzi al terrore tremolante del malcapitato animaletto, che evidentemente ha sbagliato persona, ma ancora non lo sa.

Pino e Pussy si precipitano ad acquistare il kit del novello possessore di gatto e se lo portano a casa. Su suggerimento del gestore del negozio di animali, lo fanno accomodare in bagno. Per giorni il gatto se ne sta nascosto, uscendo solo per mangiare e cagare.

Non so se è maschio o femmina. Quindi non so se chiamarlo Silvano o Dragomira, mi scrive disperato. Non riesco a tirarlo fuori dal bidet.

Inizialmente non capisco… in che senso? Come si fa a non riuscire a tirare fuori un gattino dal bidet? Semplice, il bidet è cavo nella parte dietro, così il gatto, nel frattempo battezzato Lenny, dando per scontato che sia maschio, viene raffigurato così da Pino, per darmi un’idea del suo aspetto:

lenny

Dopo qualche giorno di Lenny-bidet, ricevo il seguente messaggio: Mi sono rotto i coglioni degli animali problematici. Voglio un animale da allevamento. Col pedigree. Che ha avuto un’infanzia felice e che sia carino e coccoloso.

Capisco che è il momento di intervenire. Chiamo in soccorso la Prof, nota gattara felinomane dal cuore gentile. Ci rechiamo presso la magione di Pino e Pussy e procediamo allo stanamento del felino. Non c’è modo. Il bidet è cavo al suo interno. Dispensiamo croccantini, ci prodighiamo in richiami dolci, emettiamo finti miagolii…insomma ci rendiamo ridicole. Poi, la decisione. Allaghiamo il bagno, così Lenny si sentirà di merda e vorrà uscire a tutti i costi.

Spegnamo le luci, lasciando leggermente aperta la porta del bagno. Ci appostiamo come cecchini a distanza di sicurezza per circa 20 minuti, nel silenzio più completo, comunicando a gesti e respirando senza far rumore. Finalmente sentiamo rumore di lettiera. E’ fatta. Lenny è uscito dal suo cavo rifugio. Con la destrezza di un ninja mi fiondo davanti al bidet mentre la Prof crea un canale per agevolare l’ingresso di Lenny nel trasportino. Eureka! E’ fatta! Lenny è incazzato come una tigre.

E così ci avviamo verso l’ambulatorio, dove ci raggiungono dopo pochi minuti anche Pino e Pussy. Quattro stronzi. La veterinaria è molto gentile, probabilmente di Greenpeace, ci guarda come se fossimo alieni. Lenny sarà lungo venti centimetri. Tra l’altro è una femmina. E scoreggia di continuo.

Non ricordo mai se i gatti hanno sette o nove vite, ma sicuramente Lenny, detta Carlotta la Sfigatta Scoreggiona, ne ha perse almeno 3. Dopo aver appreso che è di pelle tosta, la riportiamo alla magione di Pino e Pussy, dove si nasconde immediatamente sotto il divano.

Se io fossi un gatto farei una bella vita, mi scrive in tarda serata Pino. Di sicuro mi metterei a dormire tutto il giorno nella mia cuccia calda, invece che annamme a schiantà sotto il divano o dentro il bidet.

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