Skip to content

theselbmann

Jean de Santeul aveva ragione. E anche Eddie Murphy. E anche Charles Darwin.

IO: Aoooooooooooh!

CONTESSA: Aoooooooo! Come stai?

IO: Mh beh mejo.

CONTESSA: Eh vvorrei vedè, che se stai male te io moro prima del tempo.

IO: e mmo mme lo dici??? …avello saputo prima…

CONTESSA: Ssarrabbiatte….Che tte magni pe ccena?

IO: Che tte frega?

CONTESSA: Come che mme frega?

IO: E cche so affari tui?

CONTESSA: No mme lo poi dì?

IO: Mesà un po’ de ciccia, forse du zzucchine ripiene, ala faccia tua.

CONTESSA: BBone…mo la prossima volta che ttu madre le pia le vojo pure io.

IO: No a te gnente.

CONTESSA: Ma le pago eh!

IO: Vabbè se tte le paghi da te vabbè.

Non è che l’estate alle porte rosicchi via lo stress. Anzi. Ma niente può effettivamente. La vita è fatta di questo. Lo stress è il sale della vita e la mia è saporitissima.

Dunque, come tentare di mantenere la calma evitando di uccidere ancora, e ancora, e ancora? Cucinando.

Era un tardo pomeriggio post ufficio, nel quale entri alla Sma pensando di comprare due fragole e un uovo e esci con 40 euro di spesa. D’altronde io a quella spigola non ci volevo rinunciare. Così nasce la mia nuova ricetta antistress: bar thérapeutique.

image

Ingredienti: spigola, pachini, asparagi, cipolla. Stress.

Aprire il mobiletto cigolante dove sono disordinatamente accatastate padelle e pentole e cercare la teglia d’acciaio, quella che non hai mai riportato a casa a tua mamma che ancora la sta reclamando. Ricoprire il fondo della suddetta teglia con l’olio del 2013, l’annata buona, quella senza la mosca, quella che pensavi ancora che ce la potevi fare. Estrarre poi dal vano surgelatore del frigo nuovo, che il proprietario ha comprato sottocosto e sottomarca e già mezzo rotto e traballante, una cipolla di tropea e dilaniarne le carni con il coltellaccio da panettiere fino a che esanimi i suoi resti mortali non giacciano inermi sul tagliere dell’Ikea. Guardarli con soddisfazione immaginando di aver riservato questo trattamento a chiunque si senta di odiare in quel momento. Aprire il vano frigo della monnezza acquistata dal tirchio proprietario di casa probabilmente dai rom ed estrarne gli ultimi pachini di Sicilia sopravvissuti ad un’incursione di qualcuno che non sei te e gli asparagi della Terra di Mezzo ancora freschi di Sma. Lavare gli ortaggi con attenzione, perché non siamo animaletti. Tagliare i pachini a metà e gli asparagi a piacere, a seconda della violenza che si cova. Gettare alla buona il tutto nella teglia, perché mica si può essere sempre perfetti. Quindi sciacquettare la spigola e posizionarla tra lo scempio di ortaggi defunti nella teglia. Perfezionare con sale e olio qb.

Mentre la bestia cuoce al forno, fare una doccia, che i capelli sporchi non vanno bene neanche su un assassino e a me piace uccidere pulita.

Il profumo che sentirete una volta usciti dal box ancora gocciolanti sarà la terapia antistress che vi serviva. Fotografate la pietanza mentre ancora è sul fuoco della sua pena meritata.

Mangiate sentendo di avere il pieno controllo sulla vostra vita.

Se alla fine del pasto l’effetto è finito, ricominciate.

Vado a prendere l’altra teglia.

Tag:, , ,

Non c’è niente da fare. La mattina mi do il buongiorno con la mia amica a Barcellona (che non aggiorna il blog da molto più tempo di me) e ci diamo la stessa, affossante notizia. Giove ci odia. E anche Saturno.

E non è che questa cosa sia stata stabilità così, senza un’attenta valutazione delle fonti, leggendo il primo oroscopo che ci passa davanti. No no. La mia amica in particolare è diventata esperta in astrologia comparata, confronta più opinioni di astrologi accreditati, che hanno passato tutta la notte precedente ad osservare le stelle, i pianeti e la direzione dei volatili, arrivando ad un’unica conclusione. Giove ci odia. E anche Saturno.

Non ci stanno cazzi. E’ l’orrido verdetto. Ti puoi sbattere, puoi lottare o puoi far finta di niente, ti puoi dimenare e puoi anche piangere, eventualmente in modo scomposto, ma questo non cambierà nulla. Giove ci odia. E anche Saturno.

Ma, c’è una notizia positiva. Non ci odieranno per sempre. Le autorevoli fonti a nostra disposizione ci informano che si tratta di una situazione momentanea, che più o meno tra agosto e settembre cambierà, per lasciar posto a felicità totale, soldi a palate, amore selvaggio e fama mondiale.

Ok. Ma nel frattempo?

Nel frattempo Giove ci odia. E anche Saturno. Che fare? Come superare questi mesi che ci separano dalla gloria senza buttarsi nel Tevere io e dal Montjuic lei? Non è facile. Non basta tenere duro, non basta strigne le chiappe. Ci vuole qualcosa in più. Quel qualcosa va identificato, secondo noi, in un costante esercizio al piacere, alla ridolina indifferenza, alla studiata allegria, allo sfrontato lassismo. In una sola espressione, ci vuole frivola forza di volontà, non già orientata all’obbiettivo ma concentrata sul tratto di percorso minimo. Non mi spacco per resistere, mi incoraggio a lasciare andare quello su cui non ho un cazzo di potere, orientandomi sulla gioia effimera della frazione.

Una birra, un caffè, un paio di scarpe nuove, un po’ di ozio, una sveglia rimandata due volte anziché una, le favette di Terracina, cercare di non vestirsi troppo male…insomma i piaceri, costantemente i piaceri, per forza i piaceri, quando pensi no vabbè non lo faccio, ti devi esercitare a dire sì sì lo faccio.

Giove ci odia. E anche Saturno. Ma noi ce ne freghiamo. O almeno ci proviamo.

Di seguito, un’immagine dei nostri nemici:

giove-e-saturno

Tag:, ,